domenica 20 dicembre 2009

Successo per la serata di presentazione della biografia di Marino Bianchi

Un'ottantina di persone ha affollato la sala del Tennis Apollonio nel pomeriggio di sabato 19 dicembre, per la presentazione dell'ultimo libro di Ernesto Majoni dedicato alla montagna, “Il Signore delle Montagne. In ricordo di Marino Bianchi Fouzìgora (1918-1969)”, edito dalla Tipografia Print House. Fra gli intervenuti spiccava un ospite insigne e inaspettato: il Presidente Generale del Cai prof. Annibale Salsa, reduce dal convegno di Auronzo sulle “Dolomiti patrimonio dell'umanità”. In sala, accanto ai congiunti di Marino Bianchi, erano inoltre presenti il sindaco di Cortina Andrea Franceschi con la consigliera delegata alla cultura Irene Pompanin; il sindaco di Cibiana Guido De Zordo con l'assessore Fabrizio Zandanel; dirigenti delle Sezioni Cai di Cortina, Domegge, San Vito e Zoldo; guide alpine e molti appassionati di montagna, tutti idealmente vicini alla famiglia di Marino Bianchi, guida ampezzana di padre originario di Cibiana, caduta dalla Cima del Lago nell'autunno 1969 ma ancora viva nel ricordo di molti. Dopo il saluto del professor Salsa, l'autore ha introdotto i due qualificati relatori della serata. Loris Santomaso, direttore responsabile del semestrale “Le Dolomiti Bellunesi” e attento cultore delle vicende dei nostri monti, ha tracciato un documentato excursus della storia dell'alpinismo dolomitico e della figura della guida alpina, rimarcando l'utilità di seguire le vie del passato, per riportare alla luce gli uomini che hanno arricchito l'alpinismo e il turismo alpino. Bepi Pellegrinon, Accademico del Cai e del Gism, scrittore e editore, ha tratteggiato la storia di Bianchi rocciatore, protagonista di numerose vie nuove e ripetizioni sulle crode d'Ampezzo e del Cadore e primo ampezzano dopo Lacedelli del K2 a partecipare a una spedizione extraeuropea, quella che nel 1958 il dott. Marino Tremonti guidò sul Mawenzi in Africa. Toccante l'intervento del prof. Roberto Pappacena, trovatosi in cordata con Bianchi nel settembre 1967 per la salita della via ferrata Merlone sulla Cima Cadin N.E., in cui due professionisti veneti vennero mortalmente feriti da una scarica di sassi. La serata, dalla quale - grazie anche al puntiglioso lavoro di Majoni - si è rinverdito il ricordo di Marino Bianchi, un autentico “signore delle montagne”, alpinista, sportivo e cittadino ricco di valori umani e sempre presente in chi lo conobbe e lo stimò, si è conclusa con un allegro momento conviviale.

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