martedì 11 agosto 2009

Incidenti in montagna, soccorsi, elicotteri, cause & C. - Fatti e misfatti di uno scorcio movimentato d'estate dolomitica

Sulle monta­gne bellunesi è boom di in­cidenti mortali e contenzio­si per non pagare i soccorsi. Il Soccorso Alpino lancia l'allarme: «Bi­sogna promuovere la pre­venzione, informando an­che sulle polizze che rim­borsano i soccorsi in mon­tagna». Siamo appena a metà agosto, ma l'estate 2009 sul­le Dolomiti è già da annove­rare nell'elenco delle stagio­ni «nere». Confrontando i primi sei mesi del 2009 con lo stesso periodo del 2008, quest'anno i decessi in montagna sono aumentati del 30%. Si rileva inol­tre un incremento significa­tivo degli interven­ti effettuati da Suem e Soc­corso Alpino. Il numero di interventi (concentrati nel Bellunese per più dell'80%), è salito del 31,8% rispetto all'anno scorso. Da notare, però, che circa 1/3 dei soccorsi ha coinvolto perso­ne non ferite che, una volta visitate dal medico dalla squadra di soccorso, sono risultate illese. In questi ca­si, il costo dell'intervento è a carico dell'assistito, e cir­ca il 30-40% degli illesi apre un contenzioso per non pagare l'intervento di tasca pro­pria. Un prezzo molto alto: se viene usato l'elicottero, si devono paga­re 72 € al minuto. Da qui il consiglio del Soccor­so Alpino: meglio assicurar­si preventivamente. Nel giro di sei mesi, dal 1° gennaio al 31 luglio, il Soccorso Alpino ha soccorso 449 persone: il 30% in più dell'an­no scorso, quando in 12 me­si ne erano state soccorse 688. 28 le persone decedute nei primi sei mesi dell'an­no: più della metà del 2008, quando, in dodici mesi, ne erano decedute 43. Quest'an­no gli incidenti mortali so­no stati causati soprattutto da scivolate (8 casi), ma anche da voli, valanghe, in­farti e malori. «Esaminando i dati - ­commenta Angelo Costola, direttore della centrale ope­rativa del Suem di Belluno - si nota che la metà di que­ste persone erano bellunesi ed esperti di montagna. La cul­tura della prevenzione de­v'essere rivolta indistinta­mente a tutti». «Serve un ta­volo per diffondere la cultu­ra della sicurezza in monta­gna - aggiunge Fabio Bri­stot, delegato del Soccorso Alpino di Belluno -. Chiedia­mo aiuto agli enti locali: Comuni, Comu­nità montane, Provincia e Regione. A quest'ultima chiediamo finanziamenti fissi, per evitare che venga­no discussi e decurtati ogni anno». E delle 449 persone soc­corse nei primi sei mesi del 2009, gli illesi sono 166. Naturalmente, il Soccorso Alpino ha l'obbligo di inter­venire per qualsiasi tipo di chiamata, e non può certo ipotizzare in partenza le condizioni di salute di una persona ancora da raggiun­gere. «Anzi - continua Co­stola - se c'è bisogno, consi­gliamo a tutti di chiamare il 118». Il problema sorge quando le persone non so­no assicurate. Se il soccor­so dei feriti è a carico del SSN, gli illesi devono pagare di tasca propria l'interven­to, che può risultare molto salato. «Con gli illesi si in­staura immediatamente un contenzioso. - chiude Costo­la - Rappresentano circa il 30-40% del fattura­to e, se sono assicurati non sorgono problemi, perché l'assicurazione rimborsa le spese di soccorso. Ma il 30-40% tende a non pagare, proprio perché non è assi­curato. Per questo consiglia­mo a tutti di assicurarsi».

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