giovedì 2 aprile 2009

In omaggio a una delle montagne più belle del Cadore: la Croda Bianca. Nel ricordo dei fratelli Fanton.

Anche le Dolomiti Orientali, a modo loro, rendono un imperituro tributo a due padri della letteratura mondiale! Un omaggio imperituro, o forse no, considerato che per sua intrinseca natura la dolomia si modifica continuamente e crolla, soprattutto dov'è articolata in guglie sottili. E le guglie alle quali faccio cenno sono proprio piccole e sottili, ma nel XXI secolo sono ancora là, immobili al loro posto di vedetta, a sorvegliare i selezionati alpinisti che vanno a rendere loro omaggio. Si tratta di Dante e Virgilio, caratteristici torrioncini che sovrastano l’alpinistica Forcella della Croda Bianca, nel gruppo cadorino delle Marmarole. I due pinnacoli si devono obbligatoriamente scavalcare scendendo dalla Croda Bianca, una delle maggiori e più fotogeniche cime delle Dolomiti Orientali, “Imperioso pilastro sul fondo della Val Baion. Pala fastosa, dal profilo affilatissimo, sul versante meridionale …” (Luca Visentini). Fortunatamente ho avuto l’occasione di transitare almeno una volta ai piedi dei due grandissimi poeti lapidei. Succedeva il 17 agosto 1993, dopo aver ripetuto con mio fratello la via dei fratelli Fanton sullo spigolo SE della Croda Bianca, una grandissima avventura di croda. Al confine fra una escursione impegnativa ed una facile arrampicata, lo spigolo, salito il 31 luglio 1910 dai giovani calaltini Umberto e Arturo Fanton, è “… una cresta che sale a fil di cielo e armoniosamente va ad esaurirsi nella rotondità della vetta” (Luca Visentini). Sono 600 metri di II e III, con una discesa lunga e non semplice, che proprio poco lontano dai due torrioni nasconde il tratto forse più impegnativo dell’intera traversata. Dopo una ripida cengia, che verso la fine si restringe con un’interruzione friabile ed esposta, quindici metri di buon II su roccia più solida scaricano l’alpinista alla base dei due poeti immobili, che da lassù sorvegliano il mondo. Dante e Virgilio si scorgono fin dal Ponte Cadore: avendo disturbato il loro immoto silenzio, ogni volta che li scorgo da lontano, la mente corre subito a quel lontano ricordo.

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