Il 15 maggio è mancato - sulla soglia degli 80 anni - Valerio Quinz, guida alpina, atleta e imprenditore di Misurina. Da cultore di storia locale quale è, Bepi Pellegrinon ha colto la palla al balzo, dedicandogli una nuova ricerca sull'alpinismo dolomitico. Ne è sortito così un volume (Il cuore dietro lo spigolo. Le montagne di Valerio Quinz, Nuovi Sentieri, Cornuda, ottobre 2008), abbellito da 95 foto d'epoca e 13 immagini a colori, nelle quali Valentino Pais Tarsilia ha eternato le cime della Val d'Ansiei frequentate da Quinz per una vita. Il volume ripercorre l’esistenza di Valerio, figlio di Giuseppe, venuto in Auronzo da Sappada negli anni '20 a fare la guida e compagno di croda, fra i tanti, anche di Dino Buzzati. Già nel 1936 il padre condusse il pargolo lungo la via Casara sul Popena Basso, e due anni dopo lo portò sulla Grande di Lavaredo, instillandogli un amore per la montagna rimasto immutato fino all'ultima vetta, la Cima Cadin di San Lucano nel 2002. Dalle pagine di Pellegrinon, coadiuvato nella stesura del libro da Loris Santomaso, risalta che Quinz fu promosso guida alpina a soli 19 anni, quando aveva già alle spalle una buona esperienza; che arrampicò spesso con gli amici Francesco Corte Colò, Isidoro De Lazzer, Angelo Larese Filon, Alziro e Ottavio Molin, Armando Vecellio Galeno, e s'impose all'attenzione del mondo alpinistico il 9.9.1949, superando per primo in solitaria lo Spigolo Giallo della Piccola di Lavaredo, che campeggia in copertina e dà il titolo al libro. In oltre sessant'anni di roccia, trenta dei quali di professione, sono state numerosissime le vette e le vie salite da Quinz. Valerio però ha parlato sempre poco delle sue ascensioni, preferendo lavorare sodo nel turismo, che lo ha visto condurre con i familiari l’albergo sulle rive del Lago di Misurina, fulcro della sua esistenza. Non va dimenticato poi che fu un valente giocatore di hockey ed un ottimo sciatore, attività che incorniciano una passione per la montagna a tutto tondo. Nella storia dolomitica, il nome di Quinz resta legato ad una ventina di vie nuove e alcune importanti ripetizioni sui Cadini, Cristallo, Paterno, Tre Cime, Tre Scarperi. Una via domina tutte, e rimane il suo “monumento”: il diedro E del Pianoro dei Tocci nei Cadini di Misurina: 200 metri, dritti come una fucilata e con difficoltà fino al 6°, scalati il 10.9.1951 con l’amico “Galeno“. "IL cuore oltre lo spigolo“ parla anche di altro: competizioni sportive, soccorsi in montagna, fraterne amicizie con rocciatori italiani e stranieri, della famiglia, di un uomo e un alpinista forte, generoso e riservato. Commuovono, a questo riguardo, la cronaca dell'ultima salita della guida sul Cadin di San Lucano e il dolce “testamento” indirizzato dal nonno ai due nipotini. Un plauso, quindi, a questo impegno editoriale dedicato da Bepi all’amico Valerio. Nonostante alcune imprecisioni toponomastiche, rimane intatto il valore dell’opera, il suo interesse per i cultori della storia dolomitica e il rispetto per uno degli uomini che l'hanno scritta. Parlo di questo volume con piacere, perché è capitato anche a me di conoscere Valerio Quinz: accadde nel 1976, lo stesso giorno in cui strinsi una breve, gradita amicizia con un altro grande alpinista, Severino Casara.
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