mercoledì 8 ottobre 2008

Quattro ragazzi e un sasso sassone

Qualche anno fa, tre o quattro di noi partirono a piedi da Cortina, equipaggiati con un’attrezzatura alpinistica primitiva e con l’idea di dare la scalata ... al Sas Peron. Questo roccione, dall’oronimo tautologico di “Sasso Sassóne”, sorge lungo la sponda destra orografica del Boite a Nighelònte, proprio di fronte alla fabbrica “Lacedelli”. Se ne lambisce la base percorrendo il sentiero che congiunge Fiames (o meglio, il Ponte de ra Sia) con Cortina (o meglio, Ciadin de Sora). La sua sommità, piatta e quasi indistinguibile dalla strada, si raggiunge in un minuto dalla carrozzabile ex militare che dal citato Ponte de ra Sia sale al Lago Ghedina. Ovviamente, la prima ascensione della parete, giallastra e forse friabile, che volevamo compiere, non andò a buon fine, e fu certamente meglio così. Quello che ricordo e quasi mi commuove, era la sfrontatezza con cui, armati di ciarpame e scarsa tecnica ma tanto entusiasmo, avremmo voluto crearci, con almeno quindici anni d’anticipo sulle scoperte di Son Pouses e dei Crepe d’Oucera, una piccola “palestra” di arrampicata abbastanza vicina a Cortina, a bassa quota, dove speravamo di riuscire a progredire nelle nostre nozioni. Esse progredirono comunque, con risultati abbastanza diseguali per ciascuno dei membri del gruppo, tramite un semplice rimedio: salire, salire montagne vere e proprie, mirare in alto senza impegolarsi su sassi e sassoni disgregati in mezzo ai boschi dove, se nessuno si era mai avventurato prima di noi, ci sarà pure stato un motivo ...

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