67 anni fa, il 18 luglio 1941, sulle cime ampezzane veniva aperta la prima via nuova degli Scoiattoli, il gruppo di rocciatori fondato nel 1939, che tanto avrebbe dato alla storia dell'alpinismo e di Cortina. Luigi Menardi Amanaco "Iji", classe 1925, saliva infatti con Camillo Crico di Venezia la parete est della Tofana Terza o de Inze. Nulla di strabiliante, secondo i canoni alpinistici: 600 metri di II e III grado, superati in sei ore con l'ausilio di un chiodo, ma - considerando la lontananza della parete, che allora si avvicinava a piedi e non in funivia da Ra Vales, la quota e anche l'età del capocordata - fu sicuramente una discreta impresa. Camillo Crico tornò lassù un mese dopo con l'amico Muller, per aprire accanto alla prima un'altra via, di uguale lunghezza ma giudicata più facile. Nell'inverno 1976-1977 la parete fu scesa con gli sci da Don Claudio Sacco e poi da Tone Valeruz; su quella pala inclinata, il 15 febbraio 1981, Mario Lacedelli, Enrico Maioni, Rolando Menardi (figlio di Iji) e Mario Siorpaes tracciarono poi un'altra via ("... soltanto una lunga sgambata su neve ,,,", ricorda Enrico), battezzata "Sgamala Hala". L'avventura degli Scoiattoli continuò il 10-11 settembre del '41, con la variante di Carlo Alverà Lete e Ettore Costantini Vecio alla via Dimai-Comici sulla Nord della Cima Grande di Lavaredo, per fiorire definitivamente dal 1942 in avanti. Iji è scomparso trent'anni fa, e non so se la via Menardi-Crico sia mai stata ripresa. Certo è che quel paretone inclinato, in parte nevoso e non appetibilissimo, rimane il primo angolo d'Ampezzo sul quale gli Scoiattoli si sono sbizzarriti a inventare itinerari da iscrivere nel "libro d'oro" delle Dolomiti.
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