lunedì 3 marzo 2008

Poker d’assi sulla Torre Grande: breve storia di quattro grandi vie sulle Cinque Torri

L’accurato spoglio dei tre libri di vetta posti fra il 1927 ed il 1948 sulla Torre Grande d’Averau (la maggiore delle Cinque Torri, m. 2366), oggi conservati nell’archivio della Sezione del CAI di Cortina d’Ampezzo, ci permette di desumere i dati delle prime salite delle quattro vie più conosciute e frequentate della Torre: 216 ascensioni della Miriam, 65 della Fessura Dimai, 40 della Diretta Dimai, 12 della Franceschi-Costantini.
1) Via Miriam
La Miriam è un ottimo esempio di ricerca di un tracciato logico e accessibile sull’articolata parete che la Torre rivolge al sottostante Rifugio Cinque Torri. Valutata di quinto grado, si svolge su roccia solida, e diviene popolare fin dall’apertura, facendo conoscere ed apprezzare le Torri agli alpinisti d’ogni nazione.
Autori della prima ascensione della parete, avvenuta il 29.6.1927, sono due giovani guide: i fratelli Angelo e Giuseppe Dimai. Con loro c’é il compagno e amico Arturo Gaspari, arruolato di malavoglia, soltanto perché si era lasciato scappare che - pur non avendo quasi nessuna pratica di roccia - sulla Torre Grande sarebbe riuscito a salire anche lui.
1927
Nell’estate, sono portate a termine le prime quattro ripetizioni della via. Il 7 luglio, la prima salita per turisti e prima femminile spetta a Margaret Helburn di Cambridge e Miriam E. O’ Brien di Boston, con Angelo Dimai e altri due grandi alpinisti: Antonio Dimai, padre di Angelo e Giuseppe, e Angelo Dibona, icona delle guide ampezzane. I tre dedicano il percorso alla cliente americana, battezzandolo “Miriam”, un nome che farà presto il giro del mondo.
Il 28 luglio, Angelo Dimai ed Enrico Gaspari compiono la terza salita della via con Henry D. Stebbins, e il 7 settembre Angelo Dibona torna con la guida Luigi Apollonio ed Edward G. de Trafford. Il 19 settembre, Enrico Gaspari, Angelo Verzi ed E. C. Arnold Pillington compiono l’ultima salita dell’anno.
1928
La Miriam registra solo tre salite: la sesta, il 24 giugno, spetta ai Dimai, con gli Accademici del CAI Giuseppe Degregorio e Federico Terschak, più Riccardo Apollonio. Il 12 luglio, Angelo e Giuseppe portano sulla via Miss Elizabeth Kiramilton e il 18 agosto si ha la prima salita senza guide, per merito di tre soci del D.Oe.A.V. di Innsbruck e Lipsia.
1929
La Miriam diviene celebre. Il 7 giugno, la nona salita spetta alla guida gardenese Ferdinand Glűck con l’americana Jane Tutino Steel. La decima, il 15 luglio, è appannaggio di Angelo Dibona, con il figlio Ignazio, Angelo Verzi ed Emmy Mendl di Karlsbad. Il 19 luglio due cordate ripetono la salita, ancora con i Dimai: i belgi Louis Van Hege e Paul Philippson con Angelo; Una Cameron e J. de Loriol con Giuseppe e la guida elvetica Heinrich Gentinetta.
Il 7 agosto compare Luigi Micheluzzi di Canazei, guida non elegante ma forte e coraggiosa, che accompagna Piero Slocovich e Leo Kraus. Tre settimane dopo, Giuseppe Dimai guida in vetta J. Geraldine Fitz Gerald, e il 30 agosto ripete ancora la via con Mary Varale. Continua il dominio dei Dimai: il 9 settembre, Angelo sale con Lea Scheibler ed il 20 – ancora col padre Antonio – guida un alpinista illustre, Re Alberto dei Belgi. Il 22, chiudono la stagione quattro bellunesi: Francesco Zanetti e Guido De Diana, Attilio Zancristoforo e Aldo Parizzi.
1930
La prima salita dell’anno, il 6 giugno, è opera di Paul Leroy Edwards (che il 3 settembre aprirà una bella via sulla Tofana de Rozes), con Luigi Apollonio e Angelo Dibona.
Il 10 luglio tocca agli agordini Attilio Tissi e Giovanni Andrich, protagonisti dell’arrampicata dolomitica negli anni ’30. Il 20 luglio, troviamo le cordate Ernani Faé- Bruno Zancristoforo e Piero Dallamano - Renato Ghirardini. Il 25 agosto è la volta di una cordata interamente targata Fois: Paolo, Maria ed un terzo familiare.
Il 28 agosto, torna sulla Miriam Giuseppe Dimai, con Mario Giuriati: il giorno seguente compaiono altri bellunesi (Zanetti, Fabbro e Terribile), il 31 salgono Roberto e Angelo Gandini con Mimmo Angelini e un compagno.
Dimai ripete ancora una volta la via il 18 settembre con Elfriede Dieterle: l’ultima salita della stagione, il 5 ottobre, è opera di Edi Hermann e Rudi Melchiori di Bolzano.
1931
Il 27 giugno, riappare sulle Cinque Torri Luigi Micheluzzi, con Nino Curti e Delio Burchiani: il giorno seguente Giuseppe Dimai porta sulla Miriam Giovanni Gaspari Moroto e Paola Demenego.
Il 29, torna Angelo Dimai con Xavier de Grunne: dopo due settimane di silenzio, il 12 luglio Giovanni Andrich ripete ancora la via con Attilio Zancristoforo e Attilio Bortoli.
Il 24 luglio compare un altro protagonista dell’alpinismo italiano, il pordenonese Raffaele Carlesso, che supera la Miriam con Vittorio Cesa De Marchi e Renzo Granzotto,.
Il 26 luglio appare una cordata valligiana: Angelo Siorpaes, Giusto Menardi e Ignazio Dibona, che poco tempo dopo diventerà guida.
Lo stesso giorno, torna Rudi Melchiori con Paul Knapp, Harm Schorsch e Hannes Leitgeb. L’indomani, la guida Simone Lacedelli porta sulla Grande una cordata belga con due donne: Françoise e Suzanne Vitte, Henri Decron e Jean Morel.
I ripetitori della Miriam si fanno attendere fino al 16 agosto, quando salgono Piero Dallamano e Leo De Luca, seguiti dai bellunesi Ghelli, Armani, Rossi e Roberti.
Il 6 settembre è la volta degli udinesi Feruglio, Scala, Alboretti e Comessatti, e della cordata composta di Gabriele D’Annunzio junior e Arcangelo Dandrea di Cortina.
La settimana seguente, appare un’altra cordata ampezzana (Angelo Menardi e Sisto Ghedina) e il 20 Giuseppe Dimai e Angelo Verzi salgono la Miriam con Riccardo e Giulio Apollonio, l’ingegnere che progettò i primi bivacchi nelle Dolomiti.
Il 21, il ventenne Silvano Poli supera la Miriam con Simone Lacedelli: il 4 ottobre ancora Poli, con Angelo Dimai e Simone Lacedelli, chiude l’annata.
1932
La stagione inizia il 3 giugno, con un binomio famoso: il monacense Hans Steger e Paula Wiesinger, autori di belle imprese fra gli anni ’20 e ’30. Lo stesso giorno, salgono Martin Meier e Paul Leroy Edwards, mentre il 12 tocca ai bellunesi Faé, Ghelli e Parizzi.
La cinquantesima salita della Miriam spetta il 19 giugno ad altri bellunesi, autori di numerose imprese: Bruno Zancristoforo, Furio Bianchet e Luigi Forgiarini.
Per la centesima salita dell’itinerario, palestra d’ardimento e d’allenamento per migliaia d’alpinisti, ci vorranno ancora otto anni: la numero 100, infatti, sarà quella degli Scoiattoli Ettore Costantini e Mario Zardini, il 18 agosto 1940.

2) Fessura Dimai (Riss)
Mercoledì 31 agosto 1932, in una giornata piovosa, i fratelli Angelo e Giuseppe Dimai e Celso Degasper, tre fra le guide più attive del tempo, superano in due ore la fessura verticale che incide la parete est della cima più alta della Torre Grande.
La via, battezzata Fessura Dimai, sarà identificata anche con il vocabolo tedesco Riss. Lungo il tracciato, un appiglio decisivo, la cui forma evoca l’acquasantiera, riceve il nome di secèl.
Il Riss si sviluppa per cento metri di dislivello su roccia compatta ed in grande esposizione, con difficoltà valutate di V superiore, e – grazie anche al comodo accesso - è subito apprezzato dai rocciatori più ardimentosi.
1932
La seconda salita dell’atletica fessura, il 18 settembre, spetta ad Emilio Comici, all’epoca guida alpina a Misurina, con Ernani Faé di Belluno e Fosco Maraini di Firenze.
Nell’ambiente, la notizia della nuova impresa si diffonde in fretta. Il giorno dopo, infatti, superano brillantemente il Riss altri tre valenti scalatori: l’agordino Attilio Tissi, Domenico Rudatis di Alleghe e il Barone Carlo Franchetti.
La quarta salita, il 25 settembre, spetta a tre valligiani: la guida Ignazio Dibona, Arcangelo Dandrea e Renato Zardini. Due giorni dopo, torna Comici con Jane Tutino Steel (prima donna a superare la via) e Lucien Devies, autore della Diretta sulla parete est del Monte Rosa.
Le ripetizioni della fessura si susseguono rapide: il 28 settembre, il primo salitore Giuseppe Dimai guida nella sesta salita Mario Dell’Oro e Mary Varale ed il 30 Angelo Dimai torna sul Riss con il collega Angelo Verzi.
Il 2 ottobre, i Dimai ripetono la fessura per la terza volta, con Silvano Poli e Paola Viganò. Il giorno dopo, sale Ignazio Dibona con Alfonso Tanner, e il 13 ottobre le guide Enrico Lacedelli e Giovanni Barbaria si aggiudicano la nona ripetizione.
1933
La serie delle ripetizioni della Fessura Dimai inizia il 18 agosto, con la salita di Mario Dell’Oro e Giuseppe Comi. Il giorno dopo tocca a Riccardo Cassin ed Antonio Piloni, che vivranno una pericolosa avventura, rievocata nel libro “Cinquant’anni di alpinismo”.
Il 5 settembre, salgono Furio Bianchet ed Ernani Faé con Mario Giuriati, mentre undici giorni dopo torna Comici, reduce dallo Spigolo Giallo sulla Piccola di Lavaredo, in cordata con Sandro Del Torso. La stagione termina l’8 ottobre con Luigi Franceschi e Guido Pompanin.
1935
L’unica ripetizione del Riss risale al 24 agosto, per opera di Attilio Tissi, Carlo Aschieri e Attilio Bortoli.
1938
In base al libro di vetta (così com’era accaduto nel 1934), non si contano salite della Fessura fino al 1° ottobre. Quel giorno Carletto Alverà, uno dei fondatori degli Scoiattoli, sale con Gino De Lorenzi e Roberto Lacedelli.
1939
Durante l’anno si ha un’unica ripetizione della Fessura Dimai, per merito di Carletto Alverà, che sale il 9 luglio con Piero De Toni e Marino Bianchi.
1940
Due delle salite della Fessura compiute quell’anno avvengono il 25 agosto. Salgono per primi Giuseppe Dimai e Camillo Crico di Venezia: li seguono tre Scoiattoli diciannovenni, Silvio Alverà, Ettore Costantini e Mario Zardini.
Due giorni dopo, Alverà fa conoscere la via a Romano Apollonio, e il 1° settembre torna con Bortolo Pompanin, Luigi Franceschi Zonte e Luigi Ghedina.
Il 16 settembre, Carletto Alverà e Orazio Zardini chiudono le salite dell’estate: per altri due anni pare che nessuno abbia salito l’impegnativo itinerario.
1943
L’11 agosto, superano il Riss due guide con clienti: nella prima cordata troviamo Giuseppe Dimai e Jacopo Linussio, nella seconda Pietro Apollonio e Enrico Giuriati.
Due giorni dopo, Apollonio supera la fessura con Ada Marchelli Samengo, ed il 24 torna in vetta per la terza volta con Linussio. Il 31 ottobre, lo Scoiattolo Ettore Costantini sale il Riss con Marino Zardini, concludendo così la stagione 1943.
1944
Diciassette sono le ripetizioni della via durante la stagione, e tutte portate a termine da valligiani. Iniziano il 23 aprile Ugo Pompanin e Sisto Zardini. Li seguono Attilio Menardi, Leo Zardini e Maurizio de Zanna, e la cordata composta di Lino Lacedelli, Mario e Duilio Alberti.
Il 1° maggio torna Bianchi, con Marino Zardini e Giuseppe Liviero: tredici giorni dopo, Bianchi sale con Dino Menardi, seguito da Bona de Zanna, Luigi Ghedina e Ugo Pompanin. Il 28 maggio troviamo Roberto Da Pozzo e Maurizio de Zanna, il giorno dopo ricompaiono Marino Bianchi con Duilio Alberti ed Attilio Menardi con Lino Lacedelli.
Il 25 giugno è ancora la volta di Attilio Menardi e Maurizio de Zanna, seguiti da Lino Lacedelli, Faustino Constantini e Duilio Alberti.
Il 30 luglio, Marino Bianchi sale la Fessura con Ada Marchelli Samengo: il 6 agosto è la volta di Ettore Costantini e Luigi Menardi, e due giorni dopo troviamo Michele Alverà con Giuseppe Liviero e Renzo Pompanin: quarantacinque anni in tre!
Il 21 agosto, Otto Menardi supera la via con Mario Giuriati, ed una settimana dopo Albino Alverà vi accompagna i fratelli Anna ed Eugenio Monti, il celebre “Rosso Volante”.
Il 10 settembre, tocca a Luigi Ghedina con Antonio Zanettin: il 13 chiudono l’annata Albino Alverà e Anna Gaspari.
1945
Il Riss viene salito quattro volte. Il 1° luglio, inaugurano la stagione Lino Lacedelli e Michele Alverà, il 28 torna Marino Bianchi con Antonio Menardi, il 22 agosto salgono Ettore Costantini e un compagno, e il 4 settembre Costantini e Otto Menardi.
1946
Il 10 giugno Marino Bianchi compie la settima salita personale del Riss con Antonio Menardi e Lino Lacedelli: dopo d’allora non si registrano altre salite fino al 31 agosto 1948, quando termina il terzo e ultimo libro di vetta della Torre Grande.

3) Diretta Dimai
Il 16 luglio 1934 (non dunque nell’agosto 1933, come riporta la guida delle Dolomiti Orientali), a sinistra della fessura superata due anni prima, Giuseppe Dimai realizza la Diretta, la sua quarta via sulla Torre Grande dopo la Miriam, la Fessura Dimai e la parete nord della Cima Nord (1933).
Con lui c’è Celso Degasper: la cordata che segue è composta di Angelo Verzi e del fotografo Giuseppe Ghedina. Il primo sesto grado delle Cinque Torri richiederà otto ore di scalata.
Il 23 settembre salgono la via per secondi l’aspirante guida Luigi Franceschi ed Emilio Siorpaes, che una settimana prima hanno aperto la Direttissima Italiana sulla Tofana di Mezzo.
1943
Secondo le fonti, dove però mancano diverse annotazioni, la Diretta non sarebbe stata ripetuta per nove anni: la terza salita sarebbe quella degli Scoiattoli Ettore Costantini, Luigi Ghedina, Albino Alverà e Luigi Menardi, il 3 ottobre 1943.
1944
Le salite sono tutte di locali. Il 18 maggio, salgono Albino Alverà, Ugo e Bortolo Pompanin, il 29 tocca a Marino Bianchi, Duilio Alberti, Attilio Menardi e Lino Lacedelli.
Il 9 giugno, Albino Alverà risale con Romano Apollonio e il 25 la superano Luigi Ghedina e Mario Zardini. Il 6 agosto tornano le cordate della seconda ripetizione, mentre una settimana dopo tocca a Lino Lacedelli con Sisto Zardini.
Zardini ripete la Diretta il 23 e 31 agosto, con Otto Menardi: il 10 settembre salgono Marino Bianchi e Dino Menardi, primo solitario è Ettore Costantini, salito il 1° ottobre.
Seguono Costantini, Luigi Menardi e Armando Apollonio, e una settimana dopo, lo Scoiattolo chiude l’annata ripetendo la via con Luigi Menardi, Albino Alverà e Desiderio Bez.
1945
Il 3 giugno, Costantini effettua la seconda solitaria della via: il 21 la sale nuovamente con Ada Marchelli Samengo (che se ne aggiudica la prima femminile), e il 1° luglio è nuovamente lassù con Bortolo Pompanin, con cui il 24 giugno ha scalato la parete est della Tofana di Mezzo.
Il 15 luglio troviamo Marino Bianchi, fresco di nomina a guida, e Antonio Menardi: dieci giorni dopo, Ettore Costantini ripete ancora la via con Ugo Pompanin.
Quattro delle cinque salite di agosto sono opera di Costantini, affezionato all’itinerario. Il 15, con Armando Apollonio e Luigi Menardi, raccorda la via con la Miriam (VI, tre ore): il 19, la ripete con Luigi Menardi, il 24 con Armando Apollonio e Mario Astaldi, e il 25 con Orazio Zardini.
Lo stesso 25, scalano la Diretta Gino Soldà e Ivo Pozza: l’8 settembre troviamo Luigi Menardi e Lino Lacedelli, mentre il 12 Costantini compie la tredicesima salita personale, chiudendo la stagione con Gianfranco Astaldi e Ugo Samaja.
1946
Il 10 giugno, Silvio e Michele Alverà e Bortolo Pompanin inaugurano le salite della Diretta, che continuano il 16 con Ettore Costantini e Luigi Menardi, il 29 con Marino Bianchi e Antonio Menardi e il 30 con Albino Alverà, Ugo Pompanin e Renzo Menardi.
Una sola salita si registra in luglio (il 20), per merito di Ettore Costantini e Carlo Avanzo; una in agosto (il 18), di Lino Lacedelli e Franco Mandelli. Il 1° settembre salgono Lino e Bruno Lacedelli e Ugo Zardini, e l’ultima salita dell’anno, il 6 ottobre, è opera di Ugo Pompanin, ancora con Zardini.
1947
La Diretta Dimai è ripetuta il 1° luglio da Michele Alverà e Franco Mandelli, l’8 da Vittorio Penzo, Nello Vanin e Mario Rizzi; il 29 da Marino Bianchi e Roberto Da Pozzo.
1948
Il 28 giugno sale Albino Alverà con Augusto Menardi e Bortolo Pompanin, il giorno dopo Silvio Alverà e Marino Zardini e a Ferragosto Nereo Cusinato e Gianni Dall’Asta.
Dal 15 agosto cessano le annotazioni delle salite, e il 31 termina l’ultimo libro di vetta della Torre Grande. Non è quindi più possibile seguire l’evoluzione della Diretta Dimai, che rimarrà una via amata dai rocciatori sino ai giorni nostri.

4) Via Franceschi-Costantini
Negli anni ‘30, le Cinque Torri andavano acquisendo una meritata e crescente notorietà. Il 13 settembre 1936, la guida Luigi Franceschi e Luigi Costantini aprono una nuova ed atletica via sulla parete sud della Cima Sud della Grande, a sinistra della già celeberrima Miriam.
Il percorso, che si sviluppa per cento metri con difficoltà valutate di VI, richiese ai primi salitori sei ore d’impegno e numerosi chiodi, dei quali quindici rimasero infissi in parete.
Ben presto la via emerse nell’offerta alpinistica ampezzana, soprattutto per l'eleganza della prima lunghezza di corda, caratterizzata da due marcati tetti e protagonista di numerose immagini e riprese cinematografiche.
1938
Il 24 ottobre, Carletto Alverà compie la prima ripetizione della Franceschi, con l’amico Orazio Zardini.
1941
La terza salita del difficile itinerario è portata a termine il 21 settembre, dagli Scoiattoli Ettore Costantini e Albino Alverà.
1944
Pare che la quarta salita della Franceschi, nel contempo anche la prima solitaria e invernale, sia stata realizzata il 23 gennaio dal diciottenne Mario Alberti,.
Gli ampezzani portano a termine anche la 5^, 6^ e 7^ salita: il 9 giugno Albino Alverà e Romano Apollonio, il 6 agosto Alverà e Luigi Ghedina, il 27 agosto troviamo Marino Bianchi e Dino Menardi.
1945
Il 15 giugno, Ettore Costantini realizza l’8^ salita e seconda solitaria della via. Un mese dopo, torna Marino Bianchi con Antonio Menardi: il 19 agosto Costantini e Luigi Menardi – che nello stesso giorno ripetono la Diretta Dimai - compiono la 10^ ascensione. Secondo le cronache, però, il 19 agosto Costantini era anche capocordata sulla Via del Foro, aperta con Ivo Pozza, Ugo Illing, Gino Soldà e Bortolo Pompanin, sul Campanile Federa ?!?
1946
Il 1° settembre, Lino Lacedelli compie – con il cugino Bruno – l’11^ salita della via Franceschi, unica della stagione 1946.
1947
Il 12 ottobre, la 12^ ascensione è opera di Ugo Pompanin, Franco Mandelli, Giuseppe Liviero, Lino Lacedelli e Maurizio de Zanna. Poi cessano le annotazioni.
Fino al termine del libro di vetta della Torre Grande, la via Franceschi-Costantini è stata salita dodici volte, da 23 rocciatori, dei quali due soli: non appaiono ancora presenze femminili.
La via completa il poker d’assi delle Cinque Torri ed ancora oggi, insieme con altre meno impegnative ma ugualmente belle, costituisce un banco di prova per rocciatori d’ogni nazione.

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