giovedì 2 settembre 2010

La montagna è piena di croci

Della vasta messe di miei compaesani che in centocinquant'anni hanno scelto il mestiere di guida sulle montagne, dopo Bruno Verzi Sceco, che cadde dal “Ris” della Torre Grande d’Averau nel 1945 a diciannove anni e appena diplomato guida, colui che è scomparso più giovane è Sandro Zardini, “Sandrino Laresc”. Di famiglia di guide, Sandrino era divenuto guida a vent'anni, nel 1982. Il 2 settembre 1984 morì in un incidente motociclistico a Pocol, mentre tornava dalla Tofana con il fratello: gli mancavano tre mesi per compiere ventidue anni. Quando seppi della disgrazia, ero appena tornato da Misurina, dove ero andato a salire da solo la Punta Col de Varda per la “via obliqua”, facendo crollare un masso che spero non abbia mai raggiunto il sottostante Sentiero Bonacossa. L’ultima immagine che ho di Sandrino risaliva a pochi giorni prima, ad una festa campestre dei Sestieri, in cui ci trovammo sullo stesso tavolo. Anche se eravamo solo conoscenti, fui molto scosso dall’episodio, per varie ragioni: l'assurdità della disgrazia, l’età di Sandro, il dolore della famiglia, la perdita subita dalle guide alpine, private di un giovane e forte componente. La fila che attendeva di partecipare alla cerimonia d’obito partiva da Ronco, dove abitava Sandrino, e si allungava lungo la strada fino al Ponte Corona: chi conosce Cortina, sa quale sia la distanza fra i due estremi. Alla memoria del giovane scomparso, il 27-28.7.1985 Maurizio Dall’Omo e Renato Peverelli, “Ragni” di Pieve di Cadore, hanno dedicato una via sulla parete S della Croda Marcora: sentito omaggio ad un innamorato della montagna e dell’arrampicata, a cui il destino non ha concesso di coltivare a lungo la sua passione.



Ernesto Majoni

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