martedì 5 gennaio 2010

Tra leggenda e storia: il solitario Busc de r'Ancona

Che sia raggiunto dall'alto, mediante la rudimentale “via ferrata” che agevola l'esposta cresta in discesa dalla cima della Croda de r'Ancona, oppure dal basso, risalendo per labili tracce di guerra con bolli rossi il pendio barancioso e detritico che fiancheggia la carrareccia della Val de Gotres poco prima di Forcella Lerosa, il “Busc” (buco) “de r'Ancona” resta per me sempre un luogo pregno di suggestione. Questo foro naturale alto almeno venti metri, inciso nella roccia rossastra e friabile della cresta che dalla Croda de r'Ancona degrada verso la dorsale di Ra Ciadenes, evidente dalla sottostante Strada d'Alemagna poco oltre la grande curva di Podestagno, è un luogo importante. Importante perché è oggetto di un'antica leggenda, raccontata anche da Karl Felix Wolff, secondo la quale fu opera del demonio, in fuga precipitosa dalla conca ampezzana che aveva tentato invano di convertire; importante perché durante la Grande Guerra fu un luogo strategico e sulla circostante dorsale s'infransero pesantemente i tentativi dell'Esercito Italiano di sfondare e assaltare Son Pouses; importante perché è oggetto di un simpatico anello escursionistico dai Ciadis a Forcella Lerosa attraverso la solitaria Croda de r'Ancona; importante, infine, perché ventisei anni fa fu scelto da Nina Ford Bartoli per traversarlo in solitaria con gli sci ai piedi, scendendo il rovinoso canalone che dà su Ospitale, fino alla Strada d'Alemagna. Importante o no, è un luogo che mi piace e dove, dopo trentatré anni dalla prima volta in cui vi giunsi, ritorno sempre volentieri.

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