lunedì 16 febbraio 2009

Alessandro Cassiano Zardini Noce, alpinista vittima della stupidità umana

Delle due guide ampezzane morte tragicamente durante l'inverno, la prima fu Alessandro Cassiano Zardini "Noce", nato il 24.4.1887 a Staulìn, travolto dalla gigantesca valanga del Gran Poz in Marmolada il 13.12.1916, con altri 300 commilitoni. "Noce" era guida da quattro anni e non aveva all'attivo prime salite, ma soltanto la prima ripetizione, effettuata quattro mesi prima della morte col tenente Norbert Gatti, della via Laufenbichler-Langes sulla parete N della Roda del Mulon in Marmolada, con difficoltà fino al V, sicuramente realizzata per motivi più tattici e strategici che alpinistici. Zardini lasciò la vedova e tre figli, delle quali l'ultima scomparsa pochi anni fa, e il suo nome non manca sulla lapide che ricorda i 134 caduti ampezzani della Grande Guerra. Purtroppo, oltre al biglietto trovato circa mezzo secolo fa in vetta alla Roda del Mulon, una cima minore della Marmolada, non so se vi siano documenti inerenti all’attività del Noce, che potrebbero servire per una pagina di storia locale. Di Alessandro Cassiano Zardini (nonno di due personaggi ampezzani contemporanei, Alessandro "Zoco" e Umberto Zardini) qualche anno fa narrai la vita sulla Rivista “Cortina”, ritenendo opportuno rischiarare, per quanto possibile, l'esistenza di un giovane che stava iniziando la vita, e men che trentenne rimase vittima di strategie superiori, subendo la disgraziata installazione dell’accampamento in una delle zone più pericolose del fronte dolomitico.

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